Luna, agricoltura... e capelli



Tra gli appassionati di astronomia, è ricorrente e diffuso un sentimento di stizza e indignazione contro l'astrologia e le sue bufale, tanto da varare un'apposita campagna contro: "Astrologia? No, grazie!".

Non c'è invece una presa di posizione chiara, verso quella correlata tendenza new age che, seppure con il beneficio del dubbio, riconosce qualche "credito" a diffuse credenze popolari, relative agli effetti della Luna su svariati fenomeni biologici e, in particolare, sulle attività agricole. Per tale motivo, mi auguro che le seguenti riflessioni contribuiscano a fare chiarezza sull'argomento.
L'unico modo certo, con cui la Luna interagisce con la Terra, è tramite la forza gravitazionale e la luce (quella solare riflessa). Della prima, la conseguenza più nota è la trazione cui è sottoposta, con effetti diversi, la superficie terrestre. Tali effetti sono rilevanti per le masse fluide, che subiscono deformazioni rilevanti (decine di cm ad ogni passaggio lunare): è il ben noto fenomeno dell'alternanza delle maree che, in certi casi e in prossimità delle coste, provoca variazioni di livello oltre 10 metri. Tutti gli esseri viventi che vivono in tali ambienti risentono fortemente dell'alternanza mareale e ogni loro comportamento, sia alimentare che riproduttivo, ne viene ovviamente influenzato ma si tratta di un'influenza indiretta. In altre parole, l'orologio biologico di questi organismi è sincronizzato sull'andamento della marea, senza che la Luna influisca direttamente su di loro.

Dell'illuminazione lunare notturna, gli unici effetti documentati su organismi viventi riguardano l'induzione di movimenti automatici nei vegetali (tropismi) e la modulazione del comportamento riproduttivo di alcuni organismi acquatici. La luce della Luna, anche in fase piena, è infatti troppo debole per alimentare la fotosintesi clorofilliana o per alterare significativamente il ritmo dei processi bio-chimici.

Nonostante ciò, la tradizione popolare attribuisce ogni sorta d'influsso alla Luna. Le sue fasi, secondo tali credenze, influenzerebbero:
(a) la fertilità delle donne;
(b) la durata della gravidanza e la data del parto;
(c) la crescita dei capelli e delle unghie;
(d) la germinazione dei semi e la crescita delle piante e dei funghi;
(e) il successo di molte operazioni agricole (semina, svinatura, potatura, trapianto, innesti, etc.);
(f) la preparazione dei cibi conservati.
 La mitologia lunare sulla fertilità femminile è diffusa in ogni cultura eppure, l'idea che il ciclo mestruale della donna sia sincronizzato con la Luna, è tanto comune quanto falsa. Il ciclo mestruale medio dura 28 giorni, quello sinodico 29 e mezzo: questi valori, per quanto sembrino vicini, non sono in fase. Nell'arco di soli 2 mesi si sfaserebbero già di 3 giorni; dopo 10 mesi di circa 15, ovvero sarebbero in corrispondenza completamente opposta. Che la supposta correlazione sia inconsistente, è deducibile da 2 semplici osservazioni:
1) tra gli animali più affini alla nostra specie (scimmie antropomorfe), le femmine di scimpanzé hanno un ciclo medio di 36 giorni, quelle di bonobo di 45 e quelle di gorilla 30;
2) se il ciclo femminile fosse davvero sincronizzato con la Luna, tutte le donne avrebbero le mestruazioni simultaneamente, cosa che evidentemente non accade.


Anche l'opinione diffusa, riguardo l'influenza sulla gravidanza e il parto, non trova riscontri statistici: indagini condotte su decine di migliaia di nascite, avvenute nell'arco di diversi anni, non mostrano significative variazioni nel numero degli eventi, né alcuna differenza di sex ratio, in corrispondenza di una particolare fase lunare. Le tradizioni contadine del passato tenevano in gran conto le fasi lunari, per determinare il momento più adatto ad ogni operazione colturale. In realtà, non esiste alcuna prova di tale influsso sulla germinazione dei semi o sulle fermentazioni. Infatti, l'influsso gravitazionale è da escludere, visto che la Luna transita al meridiano ogni giorno, indipendentemente da quale sia la sua fase; mentre l'influenza della luce lunare, pur dipendendo molto dalla fase, appare ancor più labile ove si consideri che il vino o le conserve, generalmente, sono tenuti in cantine e dispense, dove la luce lunare non può giungere. Per ciò che riguarda la crescita di capelli, peli ed unghie, la correlazione appare altrettanto infondata. Semmai, tali fenomeni fisiologici sono influenzati da fattori ben più concreti, come i cicli ormonali. La maggior parte di queste leggende è improntata a un fondo comune: ciò che deve crescere e svilupparsi si deve avviare con la Luna crescente; mentre per ciò che deve fermarsi, raggiunto un limite, si deve aspettare la Luna calante. E' facile riconoscere in queste regole il retaggio di un antico pensiero magico e simbolico, che nulla ha a che vedere con la realtà dei fatti concreti. Non basta che milioni di persone siano disposte a giurare: "abbiamo sempre fatto così e ha funzionato bene". I dati di fatto dimostrano che, se si provasse a invertire il criterio o a ignorarlo del tutto, i risultati sarebbero analoghi.
Non c'è bisogno di scomodare istituti di ricerca o il CICAP, per smontare le tesi del Barbanera (con buona pace dei fans). Non occorre tanta statistica, per ponderare l'influenza della luna sulle coltivazioni né, tantomeno, per confutare i consigli del Frate Indovino che, attribuiti all'antica saggezza popolare, spuntano sempre più spesso sui manuali di orticoltura fai-da-te, anche di pubblicazione recente. 
[fonte: Uai]

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