Sentendo sempre più spesso parlare di certe specie vegetali autoctone come di "piante da rimuovere perchè dannose", riporto questo bel brano (tratto da Mitologia degli alberi, J. Brosse, Rizzoli, 2007) che, con un pò di vera botanica, smantella l' errata credenza dell'edera assassina. L'edera non uccide gli alberi sui quale cresce! Anzi è molto più importante di quel che si pensa..
L’edera comune (Hedera helix) è un arbusto
rampicante che viene spesso distrutto, perché “accusato” di essere
specie parassita che danneggia e degrada il bosco.
È falso! L’edera svolge un ruolo ecologico di fondamentale importanza
per l’equilibrio del bosco e per la fauna.
Innanzitutto, è bene ricordarlo, la Natura non fa nulla per caso. Ogni
specie, anche la più sgradita e insignificate, occupa un posto chiave
nelle complesse dinamiche ecologiche. Talvolta questo ruolo sfugge non
solo alle persone comuni ma anche agli scienziati che, di frequente,
sono costretti a rivedere le teorie più consolidate alla luce di nuove
conoscenze.
Molti agricoltori e operatori forestali sono convinti, ad esempio, che
l’edera sia una specie “nociva” responsabile del soffocamento e del
disseccamento degli alberi e per questo la recidono, credendo di fare un
servizio utile al bosco. Sfatiamo un mito della scarsa conoscenza
botanica e della cattiva gestione selvicolturale: l’edera non si nutre
della linfa dell’albero, è un rampicante (come la vite) e ricerca nella
pianta ospite solo il sostegno, un tutore cui avvolgersi.
Tagliare l’edera è sbagliato per numerose ragioni. Eccole:
- la copertura di foglie che avvolge i tronchi offre una eccellente
”coibentazione” agli alberi, proteggendoli dalle temperature rigide;
- l’edera opera la selezione naturale del bosco. La possiamo definire
come il “lupo degli alberi”, perché con il suo peso, contribuisce a far
cadere gli esemplari meno resistenti o malati. Accelera così il processo
di maturazione e di rinnovo del bosco. Le piante morte che cadono al
suolo, diventano alimento per innumerevoli insetti xilofagi e funghi che
si nutrono del legno in decomposizione sino al completamento del ciclo
biologico;
- I suoi fiori, sono di “enorme importanza per le api che li visitano
assiduamente «bottinandovi» grandi quantità di nettare e polline. Fiori
ancor più apprezzati in quanto sono disponibili proprio in
settembre-ottobre quando mancano altre fioriture. “Secondo la
Federazione apicoltori italiani, un ettaro coltivato ad edera (ammesso
che ciò sia possibile) può fornire dai 200 ai 500 chilogrammi di miele
ogni anno” (Fonte: Corriere della Sera, Fulco Pratesi);
- la pianta offre rifugio a numerose specie di uccelli che di frequente
vi nidificano;
- le bacche di edera sono consumate da numerose specie di uccelli
(tordi, merli, storni ecc) che, in determinate stagioni dell’anno, si
nutrono quasi esclusivamente dei suoi frutti. Sopprimendo l’edera viene
meno un’indispensabile fonte trofica per l’avifauna e si determina un
impoverimento drastico della fauna dei boschi;
- le foglie dell’edera, sempreverdi, sono appetite da rare specie di
farfalle (falena dell’edera, Celastrina argiolus) e da animali erbivori
come cervi, daini, caprioli soprattutto nella stagione invernale, quando
scarseggiano altre fonti alimentari;
- le foglie, cadendo al suolo, si decompongono rapidamente e formano
humus di buona qualità;
L’edera è, infine, una pianta utilizzata a fini erboristici. Contiene
saponine, tannino, resine e sali minerali; è espettorante, emmenagoga e
antureumatica. A uso cosmetico l’infuso aggiunto all’acqua del bagno è
astringente e coadiuva cure anticellulite; utilizzato per sciacquare i
capelli dopo lo shampoo, li rende lucidi e scuri. Attenzione, però, le
bacche sono tossiche se ingerite, soprattutto per i bambini.
Descrizione. Pianta molto rustica e sempreverde, con foglie di colore
verde scuro, che può raggiungere i 20-30 m. Ha rami sterili
caratterizzati da radici aree e foglie a 3-5 lobi spesso screziate di
bianco; i rami che portano i fiori non hanno radici aeree e le foglie
sono intere e con forma ovato-romboidea. I fiori, piccoli,
giallo-verdastri, riuniti in racemi terminali, compaiono in estate e,
nella primavera successiva, danno origine a bacche globose di colore
nero-bluastro. Molto comune, specie in boschi e siepi, dal mare alla
zona montuosa fino ai 1.000-1.500 m di quota. Viene spesso coltivata
come pianta ornamentale con diverse varietà selezionate.
Mitologia: “L’edera è la pianta prediletta da Dioniso. Il dio veniva
spesso chiamato “l’Incoronato di Edera” o anche Kissòs. l’edera. Questa
liana, l’aveva salvato due volte a Cadmo. Poco dopo la sua nascita, le
ninfe lo immersero nella fonte Kissusa, dell’edera, ed è sul monte
Elicona (hélix è un altro nome dell’edera) che venne allevato”.
Fonte: Mitologia degli alberi, J. Brosse, Rizzoli, 2007.
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